Dipendenza web la piaga del terzo millennio

La picologa Benedetta Cargioli, intervistata dal nostro giornale spiega le dinamiche sociali su internet.

Dipendenza web la piaga del terzo millennio
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Dipendenza web. La psicologa Benedetta Cargioli ci parla della dipendenza da internet dopo i fatti che vi abbiamo raccontato sulla blogger denunciata che istigava all'anoressia.

Dipendenza web

Per la psicologa, la dipendenza da Internet non è dissimile dalla tossicodipendenza.  Solo che il processo è meno evidente, provocando gravi alterazioni dello stato psichico fino al passaggio all’atto vero e proprio, tipo il gioco d’azzardo, la tossicomania, lo shopping compulsivo, o come in questo caso disturbi di tipo alimentare, gravi e pericolosi per la salute e addirittura per la vita» tiene a precisare la Cargioli.

Il condizionamento

«Un meccanismo fondamentale per strutturare la dipendenza è quella di condizionare il soggetto, di creargli un bisogno. - Sostiene la psicologa - Ne segue che il soggetto apprende che accedendo al blog viene appagato nelle sue richieste (in questo caso modi e tecniche per dimagrire); il soggetto viene sempre più isolato e si isola, facendo leva sulla necessità di avere un contatto solo con i propri simili. Più a lungo l’individuo viene isolato, più intensa e insopportabile sarà la necessità del “prigioniero” di stabilire il contatto (è quello che in clinica viene chiamato la sindrome di Stoccolma o patto masochistico)».

La fase del controllo sociale

La dottoressa Cargioli spiega  che a questo punto «Segue il controllo sociale. I soggetto per essere accettato deve essere quello che dall’esterno gli viene imposto, che viene controllato attraverso il cosiddetto “etichettamento”. La blogger manipola per modificare la percezione del Sé del soggetto-vittima, conducendola all’esperienza del dolore, della mortificazione. Quest’ultimo bisogno è implicito nel soggetto anoressico, fino alla totale sottomissione».

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