Marcia Libera alla villa confiscata del boss latitante

La manifestazione è stata organizzata per ricordare   Pio La Torre e Rosario Di Salvo.

Marcia Libera alla villa confiscata del boss latitante
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Marcia Libera alla villa confiscata del boss latitante Assisi a San Giusto.

Marcia Libera

Lunedì la marcia Libera ha raggiunto la villa sotto sequestro del boss latitante Nicola Assisi a San Giusto.  Lì è stata lasciata la bandiera italiana per ribadire come  abbia vinto lo Stato.  La manifestazione è stata organizzata per ricordare   Pio La Torre e Rosario Di Salvo nella casa-bunker confiscata alla famiglia Assisi, ora in gestione all’Agenzia nazionale.

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Il corteo fino alla villa

I manifestanti si sono ritrovati in piazza della Libertà per poi raggiungere la villetta, visitarla e rimarcare,  l’importanza della lotta alle mafie e il valore dei beni confiscati. La confisca della Villa appartenente alla famiglia Assisi è dunque la vittoria dello Stato e della Costituzione. Proprio in quella casa-bunker era nascosto il «tesoretto» del boss, ancora latitante, come il figlio. Ed entrambi ritenuti dagli inquirenti i «Re» del narcotraffico tra l’Italia e il Sud America.

Chi erano La Torre e Di Salvo

«L’obiettivo di questa giornata è ricordare La Torre e il suo compagno di partito Rosario Di Salvo - hanno detto Maria Josè Fava referente regionale Libera Piemonte e Lucia Grillo di Libera Ivrea e Canavese - Pio La Torre propose proprio una legge che introduceva il reato di associazione mafiosa Art 416 Bis C.P. (cosiddetta Legge Rognoni-La Torre) e una norma che prevedeva la confisca dei beni ai mafiosi. Fu anche componente della Commissione parlamentare Antimafia fino alla conclusione dei suoi lavori nel 1976. Ricordarlo su un bene sequestrato, ma ancora non riutilizzato, dimostra come gli interessi della ‘ndrangheta siano purtroppo radicati in Piemonte».

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