Cesare Pianasso: «Proponiamo il terzo mandato per i sindaci di tutti i piccoli Comuni»

Nel ddl ci sono anche delle novità per quanto riguarda i centri al di sopra dei 15mila abitanti, per i quali allo stato attuale, l’elezione per il sindaco avviene con doppio turno.

Cesare Pianasso: «Proponiamo il terzo mandato per i sindaci di tutti i piccoli Comuni»
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Cesare Pianasso: «Proponiamo il terzo mandato per i sindaci di tutti i piccoli Comuni, abolendo l’ingiusto limite fissato a 3mila abitanti»

Cesare Pianasso sul terzo mandato

Il senatore canavesano della Lega Cesare Pianasso ha redatto una proposta di legge per modificare il testo unico sull’ordinamento degli enti locali, laddove sono specificate le norme per l’elezione dei sindaci, soprattutto dei piccoli Comuni. «Il nostro ddl prevede per tutti i sindaci dei piccoli Comuni la possibilità di ricoprire la carica per tre mandati consecutivi completi – afferma il senatore di Prascorsano – Al momento attuale, la soglia limite per tale opzione è fissata a 3mila residenti, ma secondo noi della Lega non ha senso di esistere, anche perché per la legge 158 del 2017 sono considerati piccoli Comuni tutti quelli che hanno una popolazione residente pari o inferiore a 5mila abitanti. E’ giusto equiparare la legge elettorale a questa norma, anche perché è sempre più difficile trovare persone che decidono di impegnare tempo ed energie per l’amministrazione del proprio Comune. Non è l’unica modifica che abbiamo proposto, perchè abbiamo anche inserito la possibilità per i sindaci dei Comuni terremotati di presentarsi alle elezioni per un quarto mandato di fila».

Novità importanti

Nel ddl ci sono anche delle novità per quanto riguarda i centri al di sopra dei 15mila abitanti, per i quali allo stato attuale, l’elezione per il sindaco avviene con doppio turno, a meno che la lista vincente non superi il 50% dei voti validi già al primo turno. «Abbiamo deciso di abbassare la soglia per la vittoria diretta di un candidato al 40% - continua ancora Pianasso – In tal modo, si evita il ballottaggio in presenza di liste che abbiano già ottenuto una percentuale di voti elevata e quindi godano di una legittimità popolare sufficiente, come già avviene peraltro in Sicilia. Oltretutto, i ballottaggi rappresentano un aggravio per le casse pubbliche senza che si registri normalmente una partecipazione consistente degli elettori alle urne. In definitiva, molti sindaci vengono eletti al secondo turno senza godere di una legittimazione popolare sufficiente o superiore a quella già conseguita alla prima tornata».

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