Anziano muore dopo caduta, donna condannata a 4 mesi

La difesa sosteneva che non si poteva stabilire se la caduta sia stata la causa scatenante dell'infezione

Anziano muore dopo caduta, donna condannata a 4 mesi
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Anziano muore dopo caduta, donna condannata a 4 mesi. La 44enne lavorava alla Rsa di Ciriè.

Anziano muore dopo caduta, donna condannata a 4 mesi

E' arrivata la sentenza di primo grado contro l'imputata ritenuta colpevole dal giudice Anna Mascolo del Tribunale di Ivrea di omicidio colposo. L'OSS quarantaquattrenne è stata condannata a quattro mesi di reclusione, con la condizionale, oltre al pagamento di un risarcimento provvisionale insieme all'ASL To 4 di 20 mila euro ciascuno per i tre parenti della vittima che si sono costituiti parte civile.

La vicenda risale al 2015

Si è conclusa per il momento la vicenda iniziata giovedì 14 ottobre 2015. L'imputata lavorava presso la RSA di via Biaune a Ciriè, un ottantasettenne di Balangero, non autosufficiente e costretto a letto, era ricoverato dal mese di maggio. Nel corso delle operazioni di igiene del paziente effettuate proprio dalla donna, l'uomo sarebbe caduto a terra. Il giorno successivo, durante la visita di alcuni parenti, ha lamentato un forte dolore alla gamba destra ed è stato trasportato per accertamenti presso l'ospedale di Ciriè, dove gli è stata diagnosticata un frattura pluriframmentaria del femore.

L'uomo perse la vita per colpa di un'infezione

Il tragico episodio dà il via al lungo calvario dell'anziana vittima che si concluderà con il decesso avvenuto sabato 7 novembre 2015 a causa di un'infezione alle vie urinarie che aveva invaso i polmoni. Nel corso del processo gli avvocati hanno cercato di rispondere a due domande. L'imputata, occupandosi da sola della pulizia del paziente, ha rispettato le procedure di sicurezza? E soprattutto, la caduta accidentale del Calciati è stata l'evento scatenante che ha portato alla morte dell'uomo? Contrariamente al parere dell'avvocato di parte civile Pierfranco Bertolino, il legale difensore Mariagrazia Pellerino ha ritenuto in sede discussione che la donna avesse rispettato il protocollo di sicurezza e che non si potesse stabilire al di là di ogni ragionevole dubbio che l'incidente sia stato il fattore scatenante dell'infezione.

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