Assolto albergatore canavesano dall'accusa di circonvenzione di incapace

"Il fatto non sussiste".

Assolto albergatore canavesano dall'accusa di circonvenzione di incapace
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E' arrivata nei giorni scorsi la sentenza del tribunale di Ivrea: assolto albergatore canavesano accusato di aver circonvenuto un’anziana signora di 88 anni.

Assolto albergatore canavesano

E' stato assolto perché il fatto non sussiste. Si è concluso con tale esito, nella giornata di giovedì 28 giugno, il processo a carico di albergatore di Vico Canavese. È stata dunque stabilita la sua innocenza riguardo la vicenda che lo vedeva accusato di aver circonvenuto un’anziana signora di 88 anni, facendosi intestare, tramite testamento, un appartamento a Brosso e una parte consistente di denaro.

La tesi del pm

La donna, infatti, che soffriva di solitudine dopo la scomparsa del marito, fin dal 2006 aveva deciso di trasferirsi all’interno dell’albergo. Col passare del tempo, l'uomo iniziò a prendersi cura di lei e a tutelarla: questa la tesi del pubblico ministero. Il pm inoltre, nella sua requisitoria, ha sostenuto che i testimoni avessero riconosciuto le difficoltà di salute dell’anziana, nonostante non vi fossero cartelle cliniche che attestassero una sua infermità mentale. Il pubblico ministero ha quindi chiesto la condanna a 1 anno e 4 mesi, oltre a 300 euro di multa.

La replica della difesa

Tuttavia è stata pronta la replica dell’avvocato difensore Luca Fiore, che ha fatto presente come al momento di redigere il testamento, nel 2010, la donna avesse chiesto la certificazione del proprio positivo stato di salute. Inoltre, ha ricordato che ci sono state, in udienza, due tipi di testimonianze: da una parte quella dei familiari, con un interesse diretto per l’eredità, e dall’altra quella di persone neutrali. Queste ultime, tra cui anche due medici, rispetto ai familiari avrebbero fatto sapere che l’anziana stava benissimo. Al termine della sua difesa, l’avvocato Fiore ha quindi sostenuto che, viste le riconosciute condizioni mentali, non ci fosse neanche il presupposto del reato contestato e ha chiesto l’assoluzione per il proprio cliente, che il giudice Elena Stoppini ha pronunciato durante la lettura della sentenza.

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