Parenti in tribunale a Forno Canavese

Parenti serpenti e vicini di casa, lite fra cognati.

Parenti in tribunale a Forno Canavese
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Parenti in tribunale per ingiurie, violenza privata, minacce e maltrattamenti su animali.

Parenti in tribunale

Tra vicini di casa non è sempre facile andare d’accordo. Quando, però, i rapporti non sono buoni nemmeno tra parenti, a volte abitare nello stesso stabile può diventare un incubo. La vicenda giudiziaria di U. M. e V. N., marito e moglie, parte proprio da questa situazione. A denunciarli, infatti, è stata la cognata, accusandoli di ingiurie, violenza privata, minacce e maltrattamenti su animali. La donna, indagata solamente per ingiurie, è stata prosciolta dalle accuse perché il reato è stato depenalizzato. L'uomo, invece, deve rispondere delle accuse mossegli dalla parente, ascoltata in aula presso il Tribunale di Ivrea venerdì 17 novembre.

I fatti

I fatti sotto indagine risalgono all’estate del 2012 e sarebbero avvenuti all’interno della proprietà in cui vivono entrambe le famiglie. In un’occasione, secondo la parte lesa, V.N. avrebbe parcheggiato in fondo alla proprietà, dove lei stava passeggiando con il suo cane, un meticcio di taglia media. Il cane si era messo sulle difensive e con il muso aveva toccato la donna. Da quella volta, anche se questa non sarebbe stata morsa, erano iniziate le ripercussioni nei confronti del cane.

Violenza privata, minacce e maltrattamenti su animali

Il marito, infatti, in più di un’occasione si sarebbe appostato sul terrazzo e avrebbe colpito il cane con i proiettili tirati da una pistola ad aria compressa. Dopo la pistola ci sarebbero stati anche i petardi. A tutto questo si sarebbero aggiunti gli insulti verso la cognata, ma anche le minacce. Alla parte lesa, ad esempio, erano stati tagliati i fili del telefono fisso, e le era stato detto che se fosse capitato qualcosa «Le avrebbero aperto la testa come un caco». La parte offesa, che ancora oggi ha dichiarato di aver paura dei parenti, ha riferito di aver anche cercato più volte di parlare con la cognata per chiarire la situazione, ma non trovandola disponibile al dialogo, alla fine aveva rinunciato a migliorare i rapporti familiari e di vicinato. Il procedimento è rinviato per sentire altri testimoni al 16 febbraio.

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