Ragazzino preso a fucilate da due “amici”: undici colpi alle gambe

E' accaduto a Verolengo.

Ragazzino preso a fucilate da due “amici”: undici colpi alle gambe
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Ragazzino preso a fucilate da due “amici”: undici colpi alle gambe. Questo ciò che è accaduto lunedì 27 agosto a Verolengo, nel Chivassese. A raccontarlo i colleghi de La Nuova Periferia.

Ragazzino preso a fucilate

Sono le 18.30 all’incirca di lunedì 27 agosto quando mamma Elena (nome di fantasia) riceve una telefonata da suo figlio minore. Una chiamata che comincia subito con la richiesta di aiuto del 12enne alla mamma perché una coppia di ragazzi lo avevano colpito con degli spari alle gambe mentre cercava di fuggire. L’adolescente è immediatamente fuggito a casa dove i genitori lo stavano aspettando in ansia.
«Quando è arrivato a casa – racconta Elena – ho visto che aveva la gambe martoriate da questi proiettili. Proiettili di ceramica. Ho chiesto a lui di raccontarmi l’accaduto».

Il racconto

E’ proprio la mamma ha raccontare per filo e per segno quanto è accaduto:

«Praticamente mio figlio lunedì pomeriggio come sempre è uscito in bici insieme ad altri due amici. Si sono diretti al parco giochi dietro alla scuola media. Una cosa normale. Spesso trascorrono alcune ore del pomeriggio lì. Mentre erano lì hanno visto altri due ragazzi, un anno più grandi loro, che stavano sistemando le armi da soft-air. Erano tranquilli, in disparte. Non calcolavano affatto il piccolo gruppo di mio figlio. Poco dopo, però sono arrivati altri due ragazzi e hanno preso, senza autorizzazioni, le armi dei due 13enni. Hanno iniziato a sparare a raffica. Contro ogni bersaglio. A quel punto mio figlio che si stava già allontanando dalla zona ha detto loro di non sparargli contro. Ma nessuno l’ha ascoltato. Anzi. Si è sentito un vero e proprio bersaglio umano. Ha cercato di scappare il più velocemente possibile ma i colpi l’hanno raggiunto per undici volte alle gambe. Arrivato a casa aveva la paura negli occhi. Ci ha raccontato di aver resistito al pianto anche se il bruciore era molto. Di questo episodio non resteranno solamente i ricordi di paura ma anche le cicatrici sulle gambe».

Le scuse

Mamma Elena, ascoltate le parole del figlio, ha deciso di rivolgersi ai genitori dei due giovani che hanno impugnato quelle armi, neanche di loro proprietà. Per leggere le parole della donna vi rimandiamo all'articolo dei colleghi de La Nuova Periferia.

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