La cittadinanza onoraria di Castellamonte al partigiano Marcello Martini

Nato a Prato nel 1930, Martini si trova coinvolto giovanissimo con la sua famiglia nelle attività clandestine di resistenza al nazi-fascismo.

La cittadinanza onoraria di Castellamonte al partigiano Marcello Martini
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Sabato 4 maggio durante una seduta straordinaria del Consiglio Comunale di Castellamonte si terrà il conferimento della cittadinanza onoraria della città a Marcello Martini.

Marcello Martini

Sabato 4 maggio alle ore 11 tornerà a riunirsi in seduta straordinaria il Consiglio Comunale di Castellamonte. Uno solo, ma estremamente importante, il punto all’ordine del giorno in «discussione» a palazzo Antonelli: il conferimento della cittadinanza onoraria di Castellamonte a Marcello Martini, partigiano italiano nato a Prato nel 1930. Un’iniziativa «doverosa – come ha sottolineato a commento della delibera di convocazione del Consiglio stesso il sindaco del paese, Pasquale Mazza – in considerazione dell’impegno profuso dal dottor Marcello Martini nell’aver svolto attività di divulgazione, in particolare nelle istituzioni scolastiche, della sua esperienza di deportato politico a soli 14 anni nel campo di concentramento di Mauthausen».

Resistenza

«Imparate, imparate qualcosa, perché quello che sapete nessuno ve lo può portare via». Sono le parole pronunciate, in occasione del 74esimo anniversario della Liberazione d’Italia, da Marcello Martini, futuro cittadino onorario di Castellamonte. Nato a Prato nel 1930, Martini si trova coinvolto giovanissimo con la sua famiglia nelle attività clandestine di resistenza al nazi-fascismo, in sostegno all'emittente clandestina Radio Cora.

Il più giovane deportato italiano

Arrestato dai nazi-fascisti e deportato al campo di concentramento di Mauthausen assieme ad altre 473 persone, vi giunse il 24 giugno 1944 ed immatricolato col numero 76.430. A 14 anni è con Franco Cetrelli il più giovane tra i deportati politici italiani. Inviato dapprima al sottocampo di Wiener Neustadt, nel dicembre 1944 viene trasferito al campo di Hinterbrühl. Il primo aprile 1945 è inquadrato nella terribile marcia della morte (220-230 chilometri percorsi in sette giorni) che riporta i prigionieri al campo di concentramento di Mauthausen, dove Marcello riesce a sopravvivere fino all'arrivo delle truppe americane il 5 maggio.

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