Scuola: La Cassazione dice "no" al panino portato da casa a mensa

Il dirigente scolastico Federico Morgando: "Finalmente qualche punto fermo, vista la mancanza di indicazioni univoche da parte del Miur".

Scuola: La Cassazione dice "no" al panino portato da casa a mensa
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La Cassazione ha accolto il ricorso del Miur dicendo «no» al panino da casa al posto della mensa scolastica. Viene, quindi, ribaltata la sentenza della Corte d’Appello del 2016. Si tratta di una decisione che sta facendo molto discutere nel mondo della scuola e non solo.

No al panino da casa a scuola

No al panino portato da casa e consumato a scuola. La Corte di Cassazione ha stabilito «che i genitori non hanno il diritto soggettivo e incondizionato alla autorefezione scolastica» come invece sostenuto da alcune famiglie in lite con il Miur e la Città Metropolitana di Torino. La Suprema Corte ha deliberato in maniera definitiva mettendo un punto fermo in una «lite» che durava da quasi tre anni e stabilendo che «la mensa scolastica fa parte del tempo scuola e non è solo un momento di consumo del pasto, ma è espressione di socializzazione e di educazione alimentare. Quindi la pretesa di consumare un pasto portato da casa nei locali della scuola durante la mensa non è un diritto delle famiglie, in modo incondizionato né la scuola è obbligata a trovare locali e personale per garantire il pasto portato da casa.

Sentenza della Cassazione

«La sentenza della Cassazione risolve finalmente una questione che si protraeva da alcuni anni sulla possibilità delle famiglie di far portare il pasto a scuola per un consumo individuale per i propri figli, sia nel caso di elementari che di medie - spiega il canavesano, Federico Morgando, dirigente scolastico dell’Istituto Comprensivo Castellamonte e preside delle scuole medie di Cuorgnè e Valperga - La questione era molto sentita in città meno dalle nostre parti. In ogni caso la scuola ben difficilmente poteva dotarsi di locali distinti in cui far consumare il pasto da parte di chi non voleva avvalersi della mensa scolastica , dovendo inoltre garantire la sorveglianza con ulteriore personale per pochi alunni oltre ai problemi igienici di conservazione dei cibi. Finalmente qualche punto fermo, vista la mancanza di indicazioni univoche da parte del Miur che spesso ha lasciato i presidi soli a decidere».

Il parere

«Chiaramente, visti i vari tempi scuola offerti, le famiglie possono scegliere la opzione che più interessa, certamente vista l'importanza del tempo mensa come momento di socializzazione e di condivisione in condizioni di uguaglianza sarebbe molto importante che a tutti ,anche a chi non ha le risorse economiche sufficienti, fosse data la possibilità di utilizzare la refezione scolastica - chiosa Morgando sul no al panino da casa - La mensa oltretutto è un momento anche di educazione alla alimentazione sana. Emerge quindi la necessità di aumentare le risorse destinate alla istruzione, ma questo è un discorso politico di scelte e di adempimento dei doveri di solidarietà sociale ed economica come previsto dalla nostra Costituzione e richiamato nella sentenza stessa».

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